Tre settimane nel Sud in auto elettrica: come è andata

Qualche mese fa sono passato, per l’unica auto di famiglia (siamo io mia moglie e due bambini) ad una vettura elettrica (venendo da una full hybrid).

In campo urbano, specie nei giorni feriali, uso l’auto pochissimo, mi sposto sempre privilegiando i piedi, la bicicletta, i mezzi pubblici o in sharing. Per tutti gli spostamenti sotto i 10km (a Roma ma anche in Italia sono la maggior parte) salvo esigenze particolari, è sempre preferibile (e spesso più veloce e conveniente) lasciare l’automobile a casa.

Fatta questa doverosa premessa, avendo ritirato l’automobile a inizio luglio, il “test” è avvenuto subito in un periodo intenso per gli spostamenti in auto, l’estate e le vacanze. La mia auto, una Hyundai, ha circa 400 km di autonomia in autostrada (e circa 600km in città).

Ho trascorso tre settimane ad agosto nel Sud Italia, Calabria principalmente, con alcune parentesi in Sicilia e in Basilicata. Quindi luoghi che magari si è portati a pensare poco “pronti” al cambiamento.

Come è andata? Arrivo subito alla conclusione, in tre settimane nel meridione, non ho avuto alcun tipo di problema o difficoltà, né corso rischi di restare “a piedi”. Certo, è necessario un minimo di cambio di abitudine, di forma mentis, un po’ di organizzazione, ma nulla che mi abbia stravolto la vita o costretto a rinunce particolari.

Il primo approccio da ribaltare, venendo da una auto a motore termico, è quello – faccio il pieno – entro in riserva – rifaccio il pieno. L’auto elettrica funziona diversamente.

Per fare “un pieno” con una colonnina “standard” (tecnicamente le quick, la stragrande maggioranza di quelle che si vedono in città, che ricaricano a circa 11kwh) per la mia vettura ci vogliono circa sei ore. Un tempo enorme direte voi. Un tempo invece più che accettabile se consideriamo che le nostre auto sono ferme per il 90% del tempo. Se il mezzo è fermo 21 ore al giorno, che ne impieghi sei per fare un pieno non è assolutamente un problema. Quindi in sostanza si tratta di “sfruttare” i numerosi momenti in cui l’auto è ferma per farli coincidere con una ricarica.

L’unico momento in cui si può avere esigenza di fare una ricarica “al volo” è in autostrada, per un viaggio lungo. Personalmente non ho avuto problemi, dato che sulla nostra rete autostradale le colonnine fast e ultrafast (50kwh e oltre) stanno diventando abbastanza frequenti, con queste il tempo per un “pieno” è di circa un’ora, più che accettabile se si considera che anche con una auto a motore termico dopo diverse ore alla guida in autostrada quello è il tempo di sosta medio, tra che si mangia o si va al bagno o ci si rilassa. In questa vacanza ho usato le colonnine fast presenti sulla Roma Napoli (Teano Ovest) e sulla Salerno Reggio Calabria (Cosenza Est). Altro aspetto da prendere in considerazione è che se anche le colonnine nelle stazioni di servizio sono relativamente poche, nella mia esperienza ne ho trovate spesso appena fuori dall’autostrada ma a poche centinaia di metri dalle uscite. Quindi in casi “estremi” si può uscire, ricaricare, e rientrare.

In conclusione, non ho avuto particolari problemi, né ho stravolto le mie abitudini, per arrivare da Roma alla punta meridionale della Calabria, da li girare tra la costa tirrenica e quella ionica, andare in Sicilia, e fermarmi qualche giorno sulla via del ritorno al Parco Nazionale del Pollino.

Anzi, l’esperienza è stata sicuramente migliore. Avendo infatti il rendimento peggiore in autostrada, con l’auto elettrica (specie in vacanza) si è portati a scoprire strade secondarie, a fare magari qualche tappa in più, esplorare posti nuovi e muoversi un po’ più lentamente. Altro aspetto che mi ha colpito positivamente sono state le piacevoli discussioni e confronti con praticamente tutti gli altri automobilisti che ho incontrato mentre ricaricavo alle colonnine. Insomma, un po’ di socialità che magari con l’automobile “tradizionale” avevamo perso.



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