Quello che sta succedendo in queste ultime settimane in Campidoglio ha dell’incredibile. Indegno di una democrazia occidentale quale dovrebbe essere il nostro Paese.
L’assemblea capitolina sta cercando disperatamente di “smarcare” la partecipazione delle persone che vogliono contrastare le delibere che porteranno l’ennesima colata di cemento su Roma.
Quanto successo venerdi 28 dicembre ha però superato ogni limite. Per ben due ore i cittadini, accorsi per assistere al consiglio comunale, sono stati tenuti fuori dal Palazzo Senatorio, nonostante fosse iniziato l’appello per la verifica del numero legale. Vigili urbani, e successivamente anche poliziotti in assetto anti-sommossa, schierati a “difendere” il fortino del “potere“. E con giustificazioni alquanto “ridicole” e prive di ogni fondamento.
Il Regolamento del consiglio comunale infatti (art. 30) parla chiaro “Le sedute del consiglio comunale sono pubbliche (…)“.
L’immagine è stata veramente violenta, sintomo della prepotenza ed arroganza di chi si sente al di sopra delle parti.
Ma è anche una metafora di come è regredita la nostra classe politica negli ultimi anni. Una politica che alza barriere, si nasconde ed evita il confronto con i cittadini. Alla faccia della trasparenza e partecipazione.
Pronta a lamentarsi della c.d. “antipolitica“, ma che poi gira scortata ed in auto di servizio, e che non fa nulla per (ri)avvicinare le persone alle istituzioni.
Un senso di impotenza e rabbia è salito in me in quei momenti interminabili. Vedere un diritto negato, vedere il “più forte” che con sfrontatezza esercita il suo potere sovrastando le regole più basilari della democrazia. Vedere una classe politica prendere letteralmente “in giro” i cittadini, additando scuse destituite di qualsiasi base giuridica; nei confronti di quei cittadini dai quali sono stati votati (e pagati) e sui quali (con tasse sempre più alte e disservizi quotidiani) sono poi pronti a scaricare i loro fallimenti e la loro incapacità.
Tutto questo mi ha portato indietro di secoli ed a regimi dittatoriali che sembravano morti e sepolti.
Come dice Beppe Grillo “loro non si arrenderanno mai, noi neppure“
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