Analisi del voto

E’ passata ormai quasi una settimana dalle elezioni amministrative a Roma. Ho aspettato cosi tanto tempo per fare un’analisi perchè l’emotività, avendo partecipato direttamente alle stesse, nei primi giorni l’ha fatta da padrone. Era bene quindi far “sbollire” gli spiriti prima di scrivere qualsiasi pensiero a riguardo.

Devo ammettere che lunedi sera, “a caldo” la delusione era abbastanza forte.

Analizzando poi con calma i risultati, combinandoli anche con molti fattori esterni indipendenti da noi, mi sono piano piano ricreduto, ed anzi ora sono abbastanza ottimista per il futuro.

Innanzitutto è ben confutare un concetto espresso a tamburo battente dalla stampa di regime subito dopo i risultati: il “crollo”, “sconfitta”, “tonfo” non c’è stato, lo dicono i numeri, che per loro natura sono incontrovertibili. Anzi, sono gli altri “partiti” che rischiano di scomparire a breve se questo trend continua. (Per un’analisi completa vi rimando a questo mio articolo). Resta il fatto che sicuramente abbiamo avuto un rallentamento, una pausa nella nostra crescita che fino alle politiche e regionali di febbraio era stata impetuosa, forse troppo. Ed è quindi un bene: quando c’è troppa euforia è difficile lavorare e capire le persone con cui ti stai rapportando.

Ora invece abbiamo una base solida da cui ripartire: chi ci ha votato in questo momento (e chi fa attivismo) è perchè crede fermamente nel progetto, non si è lasciato “abbindolare” dai media prezzolati dai partiti che dal 25 febbraio non hanno fatto altro che attaccarci incessantemente, guardando la pagliuzza e non vedendo la trave che hanno creato i partiti in 20 anni di inciucio tra Berlusconi e la sua finta opposizione.

E’ bene ricordare poi anche un altro aspetto: l’obiettivo del MoVimento 5 Stelle non è quello di prendere voti, ma di informare e rendere consapevoli i cittadini. E questo passa spesso attraverso scelte o metodi “impopolari”, che nel breve periodo possono portare alla perdita di consenso ma sono delle pietre miliari nel percorso di crescita culturale nel medio-lungo periodo.

Un’ altra riflessione sottolinea l’importanza che ha il M5S per la democrazia e per riavvicinare i cittadini alle istituzioni. Senza di noi l’astensione sarebbe stata ancora maggiore, probabilmente superiore al 60%, una disfatta per qualsiasi Paese che voglia definirsi occidentale. Uno dei principali scopi del MoVimento è quello di “convogliare” la rabbia dei cittadini in un percorso istituzionale, evitando le fuoriuscite violente ed estremiste che si sono verificate ad esempio in Grecia.

La priorità è quella di creare una comunità, partendo dal proprio quartiere, per poi crescere al Municipio ed al Comune e cosi via. Ed è forse l’aspetto più ambizioso (forse utopistico?) del progetto a 5 Stelle.

Ma queste elezioni hanno dimostrato che è possibile, richiede solo volontà ed impegno. Personalmente ho raccolto 710 preferenze, di cui 537 nel mio Municipio. Non avendo i “potenti” mezzi dei partiti, sono state il frutto di un dialogo continuo durante il mese di campagna elettorale. Info-point, eventi con i comitati di quartiere, centri anziani, scuole, il condominio, il vicino di casa, il bar, il tabacchi, ogni occasione era buona per instaurare una discussione e spiegare le nostre idee. E’ questa la chiave per scardinare un sistema incentrato sull’individualismo e sugli interessi personali. Inutile rincorrere troppo i “vecchi” media ormai in declino. La televisione non ti risolve una campagna elettorale, non ti convince un indeciso, non sposta i voti. Può andare bene saltuariamente per spiegare le proprie posizioni, nulla di più. Meglio un “mix” tra contatto diretto ed Internet.

Si è aperta una fase nuova, basti pensare che alle scorse elezioni amministrative non esistevano i social network, gli smartphone e la banda larga erano molto meno diffusi. In questi 5 anni è cambiato totalmente il modo di comunicare. Possiamo quindi solo immaginare come saranno le elezioni del 2018, e quale impatto potrà avere l’affermazione della Rete come strumento (in)formativo e di conoscenza.

Detto questo, siamo all’inizio di un percorso che richiederà anni, forse decenni. Se entreranno solo 3-4 consiglieri al Comune, e una trentina di consiglieri municipali, sarà una sconfitta per tutti. Se invece entreranno i cittadini, i comitati, le associazioni, tutte le realtà civiche che da anni lottano per una città migliore, per una città sostenibile, rispettosa delle regole e degli altri, se la partecipazione e la trasparenza saranno il riferimento assoluto, allora avremo la possibilità di contribuire in maniera efficace per il bene comune.



Categorie:elezioni, M5S

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1 reply

  1. Condivido pienamente l’analisi del voto, sia gli aspetti positivi (il risultato “qualitativo” del voto non ci ha visto protagonisti di un crollo di consensi) sia quelli negativi (il cambiamento culturale sarà, forse, più lento di quanto speravamo).
    Ora la sfida è far capire che al Comune siamo entrati tutti… sfida che, in effetti bisogna ammetterlo, almeno per ora in Parlamento non siamo riusciti a vincere…

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