La Mobilità che ci aspetta

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Mi ha molto colpito la dialettica che si sta sviluppando a Roma sulle soluzioni e proposte per quando (speriamo presto) potremo tornare gradualmente alla “normalità“. Un dibattito, ma non è una sorpresa ahimè, in leggera controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo nel resto d’Europa e del Mondo.

Già da qualche giorno si parla, tanto per cambiare, della ZTL. Se ne propone l’abolizione per tutto il 2020, come se fosse la TARI o l’OSP o la COSAP.

Purtroppo, è un concetto sul quale mi sto battendo da anni che fa fatica a fare breccia, la ZTL, la Sosta Tariffata, la Congestion Charge (o Area C) non sono gabelle di un sovrano medievale, servono bensì a disciplinare una risorsa scarsa, limitata e alla quale tutti vogliono accedere, spesso nello stesso momento, come il suolo pubblico. E siccome purtroppo cambiamo le nostre abitudini e ci “regoliamo” solamente quando c’è una leva finanziaria o una imposizione, ecco che devo introdurre una tariffa o una limitazione all’accesso. Un po’ come in palestra quando la seconda doccia diventa a pagamento o all’aeroporto quando dopo x minuti di sosta davanti agli arrivi vengo multato. Altrimenti abuseremmo dell’acqua o dello spazio davanti al terminal.

Nei giorni scorsi ho partecipato ad una interessante e proficua call con i membri del PAC (Political Advisory Committee) del progetto europeo CIVITAS di cui faccio parte da quasi due anni. Il confronto è stato ancora più interessante data la difficile situazione che tutte le città stanno attraversando; inevitabilmente nei prossimi mesi andrà completamente ripensato il sistema della mobilità urbana e del trasporto pubblico. E interagire con gli altri amministratori europei è sempre uno stimolo e opportunità di crescita.

Più in generale, sto seguendo in Rete in questi giorni con estremo interesse le idee e documenti che stanno cominciando ad emergere. Iniziative di molte città come la creazione ad es. di ciclabilitemporanee” andranno valutate con estrema attenzione.

C’è infatti un dato di partenza importante: l’accesso e l’utilizzo del trasporto pubblico come siamo stati abituati fino a qualche settimana fa probabilmente sarà un lontano ricordo per molti mesi a venire. Verrà meno quindi la superiore capacità di trasporto che i mezzi pubblici possono garantire (un bus 100 persone, un treno della metro 1200, un’auto se va bene 4). Nel migliore dei casi e con la migliore organizzazione il trasporto pubblico locale potrà spostare il 20% degli utenti che trasportava prima dell’emergenza a causa delle norme che ci imporranno distanziamenti, contingentamenti ecc.

Dall’altro lato, seppur gradualmente, riprenderemo a spostarci, andare a scuola, all’università, al lavoro (magari continuando a sostituire qualche riunione fisica con riunioni in video conferenza, visto che abbiamo scoperto che funzionano benissimo e anzi probabilmente siamo anche più produttivi ed efficaci). Riprenderà quindi a salire la domanda di mobilità. E in qualche modo le persone dovranno spostarsi.

Avremo davanti quindi un bivio: o tutti in macchina, con le pessime conseguenze che conosciamo dal punto di vista della salute, dell’ambiente, del tempo, delle finanze private (ricordo sempre che il solo mantenimento di un’auto privata oscilla tra i 5.000 e gli 8.000 euro/annui), dell’economia (1e 2) e quindi la sua scarsa efficienza ed efficacia. Aggravate dal fatto che molti di più saranno spinti ad utilizzarla. Il risultato sarà la paralisi totale.

Oppure incentivare e rendere più facili e sicuri gli spostamenti (dopo averli ridotti a monte o scaglionati) a piedi, in bicicletta (non ci sono più scuse, elettrica, pieghevole ecc), e tutte le alternative che stanno nascendo (penso alla micromobilità). E se proprio non posso fare a meno dell’auto, che sia in taxi o condivisa (sharing) o completamente occupata (pooling).

Il “mantra” quando si parla di questi temi nella Capitale d’Italia è sempre uno: è impossibile, ho la necessità y, il bisogno x, troppo lontano, troppa fatica. Eppure i dati sviluppati nell’ultimo anno da Roma Servizi per la Mobilità, ci dicono il contrario, oltre il 50% degli spostamenti quotidiani sono brevi.

Non ritengo assolutamente di avere la soluzione, anzi, ora più che mai sarà necessaria la collaborazione e il supporto di tutti per ripensare completamente gli spazi e le modalità di spostamento delle nostre città.

Di un dato però sono certo, difficilmente le cose torneranno come prima, e soprattutto se penseremo ancora di approcciare con la visione degli anni ’60 che prevede automobili per arrivare ovunque, o peggio, automobili come (presunta) misura per rilanciare il commercio al dettaglio, allora avremo fallito in partenza. E il risultato sarà la paralisi totale e il caos.

Insomma, in estrema sintesi, se nei prossimi mesi vorremo spostarci in maniera più sicura, efficace e sostenibile, altro che abolizione della ZTL, forse dovremmo pensare seriamente di estenderla. Cosi come tutte le misure volte a disincentivare l’utilizzo del mezzo privato. Anche per far si che i mezzi pubblici che circoleranno su strada possano garantire più corse ed essere più veloci.

Come sempre, sono aperto al confronto e al dibattito con ognuno di voi.



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17 replies

  1. Salve Enrico! Piedi per terra, progetti e speranze illusorie non portano da nessuna parte.

    L’Atac incassa nenache un terzo dei costi; servizio da schifo ed ora orari e frequenze random, ma rifiuto di parziale rimborso degli abbonamenti, come invece hanno fatto a Parigi.

    Forse saprai che ho chiesto a Brinchi la “patente”, visto che, una volta su due che uso i mezzi pubblici, questi hanno problemi. La metro C ha sempre problemi.

    L’altra sera, all’ennesimo blocco, spiegavano in quale binario occorreva andare (ma siamo a Termini?), ma zero informazioni sui mezzi da prendere. Erano le 20,30 e c’erano madri di famiglia che dovevano arrivare a Laurentina dalla figlia piccola: il 105 arrivato dopo 10 minuti è rimasto fermo a Parco di Centocelle (ove dopo quasi 4 anni di nulla, non siete stati capaci di far scendere il “tranvetto”), fino alle 21,01, fregandosene dei passeggeri che stavano, giustamente, per menarlo, visto che non ha voluto chiamare la centrale per anticipare la partenza, permettendo di arrivare a Porta Maggiore in tempo per l’ultimo tram.

    Ma della battaglia contro i dirigenti Atac strapagati per fare solo casini? Ve la siete dimenticata?

    Pagherete tutto, pagherete caro. El pueblo unido, sera mai vincido torna attuale.

    Ciao. Renato Borgognoni Telefono (0039) 388 2055503

    • Ma ringrazia che dopo decenni c’è un amministrazione che ha una progettualità di trasporto pubblico. Attaccate ar tramvetto, va.

    • Atac incazza un terzo dei costi (?) …lascia perdere il vino se ti fa questo effetto!

      ma che cosa stai dicendo… ma hai letto il bilancio ATAC 2018 (?) ricavi totali di sola bigliettazione circa 280mln€ a fronte di costo complessivo totale di ATAC che è 400mln€ circa anno -ovviamente ATAC non produce ricavi dalla sola bigliettazione ma anche da altre fonti. ATAC ha registrato minori perdite per circa 170Mln€ , in pratica sta risando il dissesto

      ma tu dove le prendi le informazioni da Topolino?

      poi racconti una filippica sui malfunzionamenti, io prendo la C ogni giorno e cambio proprio a Centocelle, ma che storie vai farneticando ?

      secondo me non sei del tutto lucido, e se quello è il tuo reale nome e cognome capisco anche il perchè… ma che prentendevi che ti davano voce in capitolo? guarda che si amministra con le competenze non con le favolette??

      puoi continuare a raccontarla ai fenomeni del “tavolo mobilità”, ci sono venuto due volte nessuno di voi sa leggere un bilancio ma siete tutti economisti, vi reputate trasportisti perchè sapete la differenza tra scartamento normale e ridotto… state messi male

      valla a raccontà al tavolo, che stai bene così… bacioni Renato continua a inventare storie :*

  2. Buon pomeriggio le invio l’articolo di Repubblica in cui si prevede un poderosissimo aumento del traffico privato in Cina dopo l’emergenza del coronavirus, se non prendete provvedimenti di potenziamento del trasporto pubblico da noi a Roma sarà pure peggio.
    https://www.repubblica.it/motori/sezioni/attualita/2020/04/11/news/addio_al_trasporto_pubblico_dopo_il_coronavirus_tutti_in_auto-253727779/?ref=search
    Distinti saluti
    Paolo

  3. Gent. dott. Stefàno,
    Le scrivo qui perché ho appena letto il suo intervento, che ho trovato molto interessante e molto in linea con le richieste che abbiamo avanzato come Fiab Roma Ruotalibera e come Salvaiciclisti Roma, alla sindaca, all’assessore alla città in movimento e all’assessore alle infrastrutture. Certo ne verrà a conoscenza per vie istituzionali, forse anche una comunicazione extra-istituzionale può avere la sua utilità.
    Sindaca di Roma Capitale
    Gent.le On.leLinda Meleo
    Assessora alle Infrastrutture
    Egr. On.le Pietro Calabrese
    Assessore alla Città In Movimento:
    Oggetto: richieste di rete ciclabile emergenziale attraverso interventi urgenti infrastrutturali e urbanistici, anche temporanei, necessari per assicurare la distanza sociale atta a prevenire e contrastare la diffusione del COVID-19, oltre che per tutelare gli utenti stradali che usano la bicicletta come mezzo di trasporto nei loro spostamenti cittadini.
    Come è noto a questa Amministrazione, le sottoscritte Associazioni, Salvaiciclisti Roma – SIC Roma A.p.s. e FIAB ROMA RUOTALIBERA – APS, da sempre sostengono la bicicletta quale mezzo di trasporto negli spostamenti cittadini, in considerazione delle sue caratteristiche di sostenibilità sia da un punto di vista ambientale che di salubrità, tanto vero è che da sempre ne è consigliato l’utilizzo da parte dei medici in caso di patologie serie.
    In questo particolare momento storico la bicicletta rappresenta uno dei pochi mezzi di trasporto atto ad assicurare una distanza fisica e non socialetra le persone, pertanto è il mezzo più idoneo ad affrontare la delicata fase di passaggio tra il lockdown e la normalità, in una società scossa ma forse più consapevole dell’importanza della propria salute fisica.
    Le estreme misure di contenimento del virus adottate in Italia, per impedire il propagarsi del virus, non potranno durare all’infinito, perché insostenibili, sia socialmente che economicamente, pertanto presto dovranno essere abbandonate per permettere a tutti di ritornare al proprio quotidiano, anche se il timore di contagio influenzerà la vita quotidiana e il comportamento di tutti, soprattutto in tema di mobilità. Inoltre l’eccessiva contagiosità del COVID-19 costringerà tutti all’adozione delle azioni di prevenzione dei contagi, consistenti nella distanza fisica tra le persone e l’osservanza di quando è stato stabilito dall’ISS.
    A quanto sostengono i media, questa Amministrazione di Roma Capitale sta valutando l’ipotesi di far salire sui mezzi pubblici un numero contenuto di passeggeri (muniti di mascherina e guanti) tale da rispettare la distanza di un metro imposta dai decreti anti-Covid.
    Detta soluzione sicuramente ridurrà il rischio di contagio, ma allo stesso tempo comporterà che un alto numero di passeggeri abituali, non riuscendo a usufruire dei mezzi pubblici e in mancanza di valide alternative, farà ricorso all’utilizzo dei mezzi a motore privati.
    Questo incremento, nell’utilizzo dei veicoli a motore privati da parte dei cittadini che precedentemente utilizzavano i mezzi pubblici, deve essere evitato, in quanto, oltre a vanificare uno dei pochi dati positivi del lockdown, cioè la riduzione dell’inquinamento atmosferico con relativo beneficio per la salute di tutti i cittadini, creerà per l’Amministrazione un serio problema di gestione del traffico, già oltremodo congestionato nel periodo pre-lockdown. Si determinerà probabilmente un incremento della già notevole incidentalità stradale e un aggravamento della sicurezza stradale, in modo particolare per le categorie più esposte e deboli.
    Le grandi Capitali mondiali hanno già puntato sulla bicicletta quale mezzo di trasporto idoneo ad assicurare la distanza fisica delle persone, realizzando piste ciclabili anche provvisorie, facilitando in tal modo la mobilità sostenibile già durante l’emergenza coronavirus. L’amministrazione della città di New York, ad esempio, per poter prevenire il contagio da COVID-19 ha invitato i cittadini ad andare in bicicletta o a piedi per gli spostamenti cittadini necessari, facendo così registrare un aumento del 50% degli spostamenti su due ruote elettriche rispetto allo scorso anno. Questo aumento dell’utilizzo delle biciclette si è realizzato anche a seguito della promozione del bike sharing e per gli sconti effettuati dalle stesse società di bike-sharing. Si sono ridotti in tal modo il numero di pendolari stipati in spazi ristretti sui trasporti pubblici. In città come Chicago gli aumenti sono ancora più netti, con un balzo degli spostamenti in bici di quasi il 100%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
    Premesso tutto ciò, le sottoscritte Associazioni, Salvaiciclisti Roma – SIC Roma A.p.s. e FIAB ROMA RUOTALIBERA – APS, attraverso i loro rapp.ti p.t.,
    CHIEDONO
    a codesta Amministrazione di Roma Capitale i seguenti interventi, anche se di natura temporanei:
    1 – Realizzazione di bike lane anche attraverso l’utilizzo di dispositivi di sicurezza modulare, quali ad esempio barriera Jersey, che delimitino e restringano anche provvisoriamente le carreggiate stradali, ponendo in tal modo in sicurezza i ciclisti soprattutto quelli che sino ad oggi non utilizzano la bicicletta quotidianamente, perché preoccupati dalla prepotenza di tanti automobilisti. In particolare, segnaliamo le strade più utilizzate dai ciclisti urbani romani per i loro spostamenti:
    La Tangenziale delle Biciclette (10 km) il giro delle Mura, o i confini del I Municipio: via dei Fori Imperiali, via Labicana, viale Manzoni, Santa Bibiana, Via Tiburtina, Piazzale Aldo Moro, Via del Policlinico, Corso d’Italia, Via San Paolo del Brasile, Via Washington, Piazza del Popolo, Via del Corso, Piazza Venezia.
    L’asse Tuscolana-Nomentana (10 km) prosegue il percorso iniziato con i lavori su via Tuscolana estendendolo fino al settore nord della città 10,2 km.
    L’asse Nomentana-Ostiense (6,5 km) connette la ciclabile Nomentana, con il settore sud-ovest della città. Un possibile percorso alternativo potrebbe svilupparsi lungo Viale Trastevere e connettersi con Viale Marconi, dove pure è già in programma la realizzazione di una ciclabile.”
    L’asse Piazza Venezia – v.le Trastevere – Circ.ne Gianicolense lungo la linea del tram 8, da offrire come alternativa emergenziale a chi ha bisogno di questa tratta ma vuole evitare i mezzi pubblici per il distanziamento sociale;
    L’asse Tiburtino da Ponte Mammolo al Polo universitario la Sapienza utilizzato da tantissimi studenti universitari in bicicletta.
    2 – La Percorribilità di tutte le corsie preferenziali al transito delle bicicletta, tutte eccetto quelle tranviarie, creando ove necessario piccole isole di fermata dove il ciclista si può accostare per lasciar passare il trasporto pubblico, ai sensi dell’art. 148 comma 5 c.d.s. oppure prevedendo eventualmente che il ciclista, che procede lentamente ha l’obbligo, appena possibile, di accostare (o fermarsi) per consentire ai mezzi pubblici che lo seguono di procedere a velocità più elevata.
    3 -La possibilità di parcheggiare le biciclette sui marciapiedi anche legandole ai parapedonali, ai lampioni e ai pali della segnaletica quando non siano d’impedimento e costituiscano un reale intralcio al transito dei pedoni;
    4 – LaRealizzazione di Zone 30 che rappresenta per tutti gli utenti della strada maggiore sicurezza stradale, in quando abbassando la velocità dai 50 km/h ai 30 km/h si riduce di oltre la metà lo spazio di arresto e si aumenta la visibilità di chi conduce il veicolo. Le statistiche indicano inoltre che nelle Zone 30 si riduce il numero di incidenti e di feriti, e le lesioni fisiche sono meno gravi, circostanza ancora più importante in periodi come questo che stiamo vivendo in quanto il servizio sanitario è sotto pressione.
    5 – Una Campagna di comunicazione per sensibilizzare la mobilità dolce e sostenibile a livello comunale, anche ai fini della prevenzione del contagio da COVID-19 attraverso la promozione della bici come mezzo di trasporto, come già fatto da altre grandi Capitali mondiali, come ad esempio New York. Sarebbe inoltre necessario da parte dell’Amministrazione Comunale stipulare convenzioni con le società di bike sharing allo stesso prezzo del BIT – TPL per poterne incrementare l’utilizzo. Comunicare tutte le agevolazioni previste per acquisto delle Biciclette.
    Queste associazioni si fanno parte attiva attraverso i loro volontari per tutoraggi bike2work e bike2school, oltre ad offrire supporto per l’indicazione di tragitti più idonei in bicicletta per i tratti casa lavoro.
    In attesa di un Vostro riscontro, si porgono distinti saluti
    Avv. Enzina Fasano
    Presidente e legale rapp.te p.t.
    Salvaiciclisti Roma – SIC Roma A.p.s.
    Roberto Cavallini
    Presidente e legale rapp.te p.t.
    FIAB ROMA RUOTALIBERA – APS

  4. Ciao Enrico,
    Coraggio e follia per sfruttare questa situazione imprevedibile a favore della nostra società. Approfitti della paura del contagio per promuovere la bicicletta e la micromobilitá. Transenni le arterie principali per creare corsie ciclabili temporanee e le trasformi in progetti permanenti tra qualche mese, quando le persone avranno forse capito la loro utilità.
    Trasformiamo questo dramma in un’occasione. Lasci un segno nella storia della nostra città.

  5. Ottimo Enrico, anche come associazioni stiamo lavorando in questa prospettiva e ti sosterremo

  6. Ottimo Enrico, anche noi associazioni ci stiamo lavorando e ti sosterremo

  7. Buona sera, ritengo molto interessante, il concetto delle ciclabili temporane.
    Le vado sul caso pratico.
    Lavoro a Piazza Re di Roma ed abito in zona Colli Aniene.
    Già qualche giorno prima del blocco totale voluto dal governo, per timori sull’utilizzo della metro, ho cominciato ad utilizzare il noto noleggio bike che ha una fascia molto ampia ed arriva nel mio quartiere.
    L’ho sostituito di fatto alla metro B che da Ponte Mammolo con cambio alla metro A arriva fino a Re di Roma e non ho allungato i tempi di percorrenza.
    Ho la fortuna di percorrere gran parte del percorso in maniera protetta.
    Dopo aver imboccato via Grotte di Gregna, giro a destra percorrendo il parco urbano che passa per la stazione Fs Serenissima.
    Costeggio Villa Gordiani ed arrivo a Largo Preneste.
    Da li marciapiede di destra a salire, fino Via l’Aquila, piazza Lodi e Re di Roma.
    Non avrei mai pensato che potesse essere cosi pratico.
    Evidentemente con una Via Prenestina in parte “ciclabile”, sarebbe tutto più protetto.
    Ho già in mente appena i negozi di biciclette riapriranno, di acquistare una bici elettrica pieghevole con un investimento tra gli 800/ 1000 euro, peccato per gli incentivi poco adatti, che consentono il recupero solo a chi ha mezzi obsoleti.
    Almeno per 8 mesi l’anno, quelli meno freddi, vorrei andare.al lavoro cosi.
    Propongo una ragnatela di “temporanee/ permanenti ciclabili”, per gran parte delle arterie romane, a costi sostenibilissimi, ( penso a dei new Jersey mobili ad esempio).
    Grazie per il suo continuo lavoro, la seguo sempre con molto interesse su fb.
    Cordiali saluti.

  8. Si caro Stefano, avete fallito in partenza perchè non state con i piedi per terra, perchè negate la realtà e l’evidenza, perchè siete arroccati sulle nuvolette delle vostre convinzioni fantasiose che volete, spesso, imporre con fare imperativo e dittatoriale (volevo dire fascista, ma sicuramente il termine sarebbe stato criticato).
    Abbiamo da anni un sistema di trasporto pubblico inadeguato all’utenza della città, con i mezzi di superficie e con le metro ai limiti della loro capacità. Con il traffico privato ostacolato in tutti modi con il restringimento di tutte le strade dove potrebbe passare più di una macchina per volta. Sembra che la vostra maggiore preoccupazione/occupazione sia cercare le strade dove è possibile stringere un solo metro in più!
    Vuole disincentivare l’utilizzo del mezzo privato? CXXX! Che ci si metta in condizione di farlo !!!
    Quale è la soluzione che continuate a portare avanti? Biciclette e monopattini. Ma se uno deve trasportare qualcosa di più della semplice borsetta che fa, il carrellino dietro?
    Al di là delle variazioni altimetriche proprie della città di Roma (sembra che non ci viviate!), secondo Lei/Voi io a 64 anni, con i miei bravi problemi di discopatie, me ne dovrei andare in giro in bici o monopattino …sulle buche di Roma???
    O forse vi sfugge anche la condizione del manto stradale che forse non è la migliore alleata delle due ruote? Invece di realizzare opere insulse come la ciclabile della Tuscolana …. ma ha visto che scempio è stato fatto? Ha contato quante persone la usano? Non sarebbe stato più sensato dare una sistemata al manto stradale? Penso alle due ruote in generale, scooter compresi, pure elettrici se volete. Quali e quanti rischi corre ogni metro chi le usa?
    Ma il massimo dell’assurdo lo raggiunge proponendomi, cito:
    “E se proprio non posso fare a meno dell’auto, che sia in taxi o condivisa (sharing) o completamente occupata (pooling).”
    Tralascio il taxi, a meno che non possa girarle i costi delle corse, ma Le chiedo se Lei si rende conto di quello che scrive (o che Le scrivono)?
    Mi propone di risolvere il problema della ridotta capacità dei trasporti “a causa delle norme che ci imporranno distanziamenti…” utilizzando una vettura, di solito una Smart, che è stata appena utilizzata da un altro utente … ma fra uno e l’altro ha ipotizzato di farla sanificare?
    O meglio ancora una vettura in pooling, in 4 nella stessa macchina ??!!?? E le distanze?
    Sto attualmente chiuso in casa, tipo arresti domiciliari, da un mese. Ci dovrò stare per un altro mese per garantire il “distanziamento sociale”, che in seguito dovrò rispettare ovunque, mezzi pubblici compresi, e Lei mi propone soluzioni del genere? Davvero non ho parole, mi creda.
    Provi ad analizzare quello che Le ho scritto e cerchi di essere più realista e concreto. Se proprio non ci riesce o non ci vuole riuscire si dimetta e non aggiunga altri problemi a quelli che già abbiamo.
    Marco Iannarelli
    Roma
    Cell 320-9640585

  9. Per i taxi la vedo dura: distanziamento impossibile, e basta un passeggero infetto per rendere l’abitacolo un nuovo focolaio…

    • gia sul taxi si viaggia al massimo in due passeggeri. Il tassista lavora con mascherina, la macchina è pulita e disinfettata constantemente.

  10. Buongiorno, le ciclabili vanno bene per i giovani che, possibilmente, non abbiano i minuti contati dopo il lavoro per prendere qualche figlio a scuola.
    Ma gli anziani (e l’Italia ne ha molti) ed i disabili, magari con le buste della spesa o un borsone per fare un’attività sportiva…li mandiamo/accompagniamo in bicicletta…?

  11. Sono d’accordo con la necessità di ampliare la ZTL, anzi sarebbe indispensabile un progetto che veda tutta la città come un’unica ZTL, incentivare gli spostamenti individuali con biciclette, bike sharing, micro veicoli elettrici, scooter elettrici, monopattini ecc. Favorire l’utilizzo di questi mezzi ed eventualmente incentivare l’acquisto di biciclette elettriche o i nuovi monopattini da parte del Comune, ma anche da parte dei privati cittadini. Ovviamente per fare questo è necessario prevedere dei mega parcheggi all’esterno dell’area urbana così che chi arriva da lontano possa utilizzare la propria auto fino ad un determinato punto che non crei congestione e da lì ripartire per raggiungere il luogo di lavoro con biciclette, monopattini ecc.
    I mezzi pubblici purtroppo non saranno idonei al trasporto collettivo in “sicurezza” per lungo tempo.
    Per la ripresa della mobilità, che sia sostenibile, in sicurezza ed individuale, purtroppo siamo in ritardo e non siamo attrezzati.
    Disponibile per approfondire l’argomento.
    Gianni Conte

  12. Buongiorno dott. Stefàno e buongiorno a chiunque legga questo sito.
    Pochi giorni fa il CNR di Napoli ha pubblicato una ricerca che dimostra scientificamente come le auto a metano producono meno gas climalteranti delle auto ibride, ma la stampa e la politica INCREDIBILMENTE non ne parlano.
    Trovate tutto al link: https://www.metanoauto.com/modules.php?name=News&file=article&sid=9350
    Inoltre se si realizzasse seriamente la produzione di biometano, il trasporto stradale a metano sarebbe a emissioni zero e con tutti i residui organici che l’Italia produce (da cui ricavare biometano), potremmo essere vicini all’autosufficienza.
    Leggete quì: https://www.metanoauto.com/modules.php?name=News&file=article&sid=9356
    e quì: https://www.metanoauto.com/modules.php?name=News&file=article&sid=9352
    Se solo il trasporto pubblico (bus, auto dela municipale, auto blu, ecc.) fosse a metano ci sarebbe una svolta economica e sull’inquinamento non indifferente
    La Germania produce biometano per il 50% del suo fabbisogno. L’Italia solo per il 9%.
    Un caro saluto
    Valerio

  13. Gentile Dott. Stefàno,

    Io credo in un futuro fatto di mezzi di micromobilità, di una rete di mezzi di trasporto pubblico più efficiente, di strade con le ciclabili sicure…

    Mi soffermo sui mezzi di micromobilità, il governo sta incentivando la circolazione con questi mezzi in alternativa alle auto, perché nessuno ha pensato di regolamentarne la circolazione dei segway e dei monowheel? Sono i mezzi che, una volta imparati, danno più agilità, manovrabilità e controllo rispetto a qualsiasi mezzo. Purtroppo viviamo in una situazione di contraddizione: da un lato il governo ne incentiva l’acquisto, dall’altro la circolazione è praticamente vietata.
    Servono delle norme, lo stesso discorso anche per i monopattini in sharing, multe più severe, regole più ferree per il posteggio di questi mezzi (creano troppi disordini).

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